L'impatto dell'impegno della Cina per l’acquisto di merci americane per 197 miliardi avrà un impatto forte anche sull’export italiano in Oriente.
Ne è sicura la Cia-Agricoltori italiani che mette in allarme il comparto agroalimentare, in crescita con un ritmo pari al 129% dal 2010 ad oggi.
Importanti defaillance si prospettano per il mercato vinicolo, che ha un export del 29% in Cina.
“L'imposizione di nuovi dazi non farebbe che infliggere danni a imprese e consumatori - spiega il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino -. Le barriere protezionistiche, di fatto, impediscono di creare ricchezza con l’export, in particolare nei mercati dove l’Italia può giocare un ruolo di esportatore netto. Cia ritiene, quindi, necessario riprendere velocemente una politica di trattati internazionali, bilaterali e multilaterali”. Nel frattempo, aggiunge Scanavino, “è urgente rafforzare le azioni europee e nazionali nei confronti dell’amministrazione Trump, come la missione del commissario Phil Hogan a Washington, per scongiurare ulteriori e ingiustificati balzelli per tutta la filiera agroalimentare”.
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