Il lockdown ha dato un brutto colpo al mondo imprenditoriale italiano.
Lo rimarca Unioncamere diffondendo dati sull'apertura di nuove imprese nel periodo della pandemia.
Secondo l'Associazione, "sono già 44mila in meno le nuove imprese nel nostro Paese a causa del lockdown. Il dato è destinato ad aumentare nel corso dell’anno, con lo scotto maggiore che verrà pagato soprattutto dalle regioni del Nord".
Le Camere di commercio, unitamente a Unioncamere, hanno indicato le direttive da seguire per tutelare imprese ma anche il lavoro.
"Si tratta - ha spiegato Carlo Sangalli, Presidente di Unioncamere - di agire su digitalizzazione e tecnologie 4.0, infrastrutture, semplificazione, giustizia civile e mediazione, internazionalizzazione, turismo, nuove imprese e giovani, sostenibilità, formazione, dotazione finanziaria e irrobustimento organizzativo delle imprese. Agire su questi punti è la vera priorità del Paese. Spingere l’acceleratore sulla digitalizzazione delle imprese e sull’adozione delle tecnologie 4.0 porterebbe un incremento di oltre un punto e mezzo di PIL nel breve termine, mentre ridurre gli oneri burocratico-amministrativi sulle imprese (in primo luogo quelli legati all’avvio di un’azienda o al pagamento delle imposte) vuol dire per l'Italia recuperare quasi 2 punti di Pil".
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