In particolare la fornitura d’acqua che segna un più 8,2% rispetto a luglio 2018, la raccolta delle acque di scarico (+7,6%) e i viaggi in treno o in aereo che in un anno aumentano rispettivamente del 7,6% e del 6,9%.
Questi alcuni dati sull’inflazione nella Capitale nello scorso mese elaborati dalla Uil del Lazio. Nel settore alimentare il costo più elevato è quello dei vegetali che sale del 5,5% rispetto all’anno precedente, seguito da quello della birra (+2,2%). Mentre diminuiscono, seppur di poco, i prezzi delle bevande analcoliche (-1%). Segno più anche per le spese culturali che in un anno crescono di circa il 2%. Nello specifico per acquistare un libro si spende l’1,4% in più dello scorso anno. Stesso discorso per gli articoli di cartoleria (+1,6%), per praticare uno sport (+2,3%), per frequentare un corso di formazione (+2,2%). Anche fare shopping è un po’ più caro della scorsa estate. Per un abito nuovo si spende infatti circa il 3% in più. Aumenti anche per i pasti al ristorante o per consumare un panino veloce al bar, dove lo scorso mese i costi sono aumentati di quasi il 2%.
“L’Istat parla di una flessione generale dell’inflazione – commenta il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica – ma ciò è relativo soprattutto ai prezzi dei beni energetici che comunque non riescono a bilanciare in toto l’incremento del paniere della spesa e dei trasporti. Ciò comporta quindi che, nonostante la flessione in alcuni settori come il commercio e l’industria che si trovano purtroppo in fase di stallo, è sempre la spesa ad personam ad aumentare con un aggravio per i cittadini che non vedono invece crescere i propri stipendi. Una situazione sbilanciata quindi che da un lato frena la necessaria ripresa economica e dall’altra colpisce ancora una volta i singoli attraverso incrementi dei costi di beni irrinunciabili come alimenti, utenze e trasporti”.
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