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FISCO: IL MEF CORREGGE, GLI ACCONTI IRPEF DEL 2025

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Il Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) ha rivisto la normativa relativa agli acconti Irpef del 2025, chiarendo che questi saranno calcolati sulla base delle nuove aliquote introdotte dalla riforma fiscale. La decisione arriva dopo le forti proteste della Cgil, che aveva evidenziato una grave ingiustizia nel mantenere il calcolo degli acconti sui vecchi scaglioni del 2023, più alti rispetto a quelli attuali.

In una nota ufficiale, il Mef ha assicurato che interverrà "anche in via normativa per consentire l'applicazione delle nuove aliquote del 2025 per la determinazione dell'acconto". L'obiettivo è evitare ai contribuenti complicazioni e aggravi economici in fase di dichiarazione e versamento. Secondo le indiscrezioni, la problematica sarà risolta con l'abrogazione della disposizione contestata.

La Cgil e il Consorzio nazionale Caaf Cgil si sono detti soddisfatti della marcia indietro del Governo. "Abbiamo difeso le persone che rappresentiamo, inducendo il Governo a rivedere una norma profondamente ingiusta", hanno dichiarato il segretario confederale Christian Ferrari e la presidentessa del Consorzio nazionale Caaf Cgil, Monica Iviglia.

Nei giorni scorsi, il sindacato aveva denunciato l’evidente incongruenza del provvedimento, che avrebbe comportato un onere aggiuntivo per milioni di lavoratori dipendenti. In particolare, l’applicazione delle vecchie regole Irpef avrebbe richiesto ai lavoratori un esborso extra variabile tra 75 e 260 euro, una sorta di "prestito forzato" allo Stato, con rimborso solo nel 2026.

Il Mef ha spiegato che l'intento originario della norma non era penalizzare i lavoratori dipendenti e i pensionati con redditi unici, ma riguardava coloro che percepiscono anche altri redditi aggiuntivi. Tuttavia, il meccanismo avrebbe generato un disallineamento a danno di molti contribuenti, già provati dall’alta inflazione degli ultimi anni.

"Se alle parole seguiranno i fatti, i salari e le pensioni di milioni di cittadine e cittadini non subiranno ulteriori riduzioni", ha commentato la Cgil, sottolineando l’importanza di mantenere alta l’attenzione sulle politiche fiscali e sulla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori.

25/03/2025

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