L'Italia scivola al 19° posto tra i 27 Paesi membri dell'Unione Europea nell'Indice di Percezione della Corruzione (CPI), e si posiziona al 52° nella classifica globale. I dati, pubblicati da Transparency International nell'edizione 2024, evidenziano una battuta d'arresto preoccupante: il punteggio italiano scende a 54, con una perdita di due punti rispetto all'anno precedente. Si tratta della prima inversione di tendenza dal 2012, interrompendo un percorso di miglioramento che aveva portato il Paese a guadagnare 14 punti negli ultimi tredici anni.
L'indice CPI misura la percezione della corruzione nel settore pubblico in 180 Paesi e territori, basandosi su dati provenienti da 13 fonti indipendenti. Il quadro complessivo dell'Europa occidentale mostra segnali di stagnazione o regressione nella lotta alla corruzione, pur mantenendo un punteggio medio di 64, il più alto a livello globale.
Secondo Michele Calleri, presidente di Transparency International Italia, la prevenzione, la regolamentazione e la cooperazione devono essere al centro di una strategia per rafforzare la lotta alla corruzione. Un'occasione fondamentale in questo senso è rappresentata dalla direttiva anticorruzione dell'Unione Europea, che potrebbe elevare gli standard di trasparenza e integrità nelle istituzioni europee e nei singoli Stati membri.
Per l'Italia, il nodo principale rimane la regolamentazione di aspetti chiave come il conflitto di interessi e il lobbying. La mancanza di norme stringenti in questi ambiti continua ad alimentare il rischio di influenze indebite e scarsa trasparenza nei processi decisionali.
Le imprese italiane, in particolare, risentono di un ambiente in cui la corruzione percepita può incidere sulla competitività e sulla fiducia degli investitori. Rafforzare la cultura della legalità e implementare strumenti più efficaci di controllo e prevenzione sarà essenziale per invertire la tendenza e migliorare la posizione dell'Italia nelle future edizioni dell'indice CPI.
La sfida è aperta: solo un impegno concreto e coordinato tra istituzioni, imprese e società civile potrà garantire un futuro più trasparente e competitivo per il Paese.
11/02/2025
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