L’economia italiana presenta un consumo interno di materia relativamente più contenuto: nel 2017 in Italia il consumo interno (estrazione di materia più importazioni meno esportazioni) è pari a 8,5 tonnellate pro capite, del 37% inferiore ai 13,5 tonnellate per abitante della media dell’Unione europea. La nostra economia presenta una più elevata produttività delle risorse, con un rapporto tra PIL (valutato a parità di potere di acquisto) e consumo interno di materia di 3,4 euro/kg, il 53% in più dei 2,2 euro/kg della media UE.
La produzione di rifiuti – urbani e non – in rapporto al consumo interno di materia, è pari al 21,5%, superiore a 13,3% della media UE. A fronte di questa maggiore produzione di rifiuti per materia utilizzata, l’Italia presenta un più alto tasso di circolarità: il rapporto tra le materie prime secondarie e il consumo di materia è del 17,1%, superiore all’11,7% della media UE, all’11,4% della Germania e all’8,2% della Spagna mentre rimane inferiore al 19,5% della Francia. Il tasso di circolarità è salito di 5 punti in cinque anni a fronte dell’aumento di 1,1 punti rilevato nell’Unione europea. L’Italia presenta un tasso di riciclo dei rifiuti (urbani e non, esclusi i rifiuti minerali) del 67%, oltre dieci punti superiore al 55% della media UE.
L’economia circolare italiana appare in ritardo sul fronte dell’innovazione, misurata dall’intensità brevettuale: in Italia si registrano 0,25 brevetti relativi al riciclo e all’utilizzo di materie prime seconde ogni milione di abitanti, inferiore allo 0,67 della media UE e distante dallo 0,93 della Germania e dall’1,26 della Francia.
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