Un inasprimento dei dazi statunitensi potrebbe colpire duramente le imprese italiane, in particolare le piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano la spina dorsale dell’economia nazionale. È quanto emerge da un approfondimento della Banca d’Italia contenuto nell’ultimo bollettino economico, che lancia un campanello d’allarme per l’economia del nostro Paese.
Gli Stati Uniti, infatti, rappresentano il secondo mercato di destinazione per l’export italiano, preceduti solo dalla Germania. Nel 2023, l’Italia ha esportato beni per un valore di 53 miliardi di euro verso gli USA, mentre le importazioni si sono fermate a 20 miliardi. Questo saldo commerciale positivo genera un surplus pari al 2% del PIL italiano, una cifra rilevante che sottolinea il ruolo cruciale delle relazioni commerciali transatlantiche.
Le PMI nel mirino
Le piccole e medie imprese, che costituiscono la maggior parte delle aziende italiane attive nell’export, sarebbero le più vulnerabili a un eventuale aumento dei dazi imposto dall’amministrazione statunitense. Queste aziende, spesso leader nei settori del manifatturiero, del lusso e dell’agroalimentare, non hanno la capacità di ammortizzare con facilità l’impatto di barriere tariffarie più rigide.
Secondo Bankitalia, l’inasprimento delle tariffe doganali potrebbe tradursi in un significativo calo delle esportazioni verso il mercato americano, con conseguenze dirette su fatturati, occupazione e investimenti. Tale scenario è particolarmente preoccupante per i settori più esposti, come quello della moda, dell’automotive, dei macchinari industriali e del food & beverage, tutti simboli del Made in Italy apprezzato oltreoceano.
Rischi per il surplus commerciale
La relazione della Banca d’Italia sottolinea che il surplus commerciale con gli Stati Uniti è uno degli elementi fondamentali dell’equilibrio economico del nostro Paese. Un calo delle esportazioni verso il mercato americano potrebbe indebolire ulteriormente la bilancia commerciale italiana, già messa sotto pressione dall’instabilità internazionale e dall’aumento dei costi energetici.
Prospettive e azioni necessarie
In uno scenario internazionale sempre più complesso, l’Italia potrebbe trovarsi a dover diversificare maggiormente i propri mercati di esportazione, puntando su aree geografiche meno colpite da barriere tariffarie. Inoltre, sarebbe cruciale intensificare gli sforzi diplomatici per ridurre la pressione sui dazi attraverso un dialogo costruttivo con le autorità statunitensi.
Per le imprese, in particolare per le PMI, diventa essenziale investire nell’innovazione, nell’internazionalizzazione e nell’adozione di strategie di mercato più flessibili per affrontare le nuove sfide. Tuttavia, è evidente che un eventuale inasprimento dei dazi richiederà anche un intervento coordinato a livello europeo, per tutelare i settori più esposti e mitigare gli effetti negativi sul tessuto economico dei Paesi membri.
In un momento di grande incertezza globale, l’avvertimento della Banca d’Italia non può essere ignorato: le esportazioni italiane, in particolare verso gli Stati Uniti, rappresentano una colonna portante dell’economia nazionale, e ogni ostacolo su questa strada rischia di compromettere un delicato equilibrio economico.
17/01/2025
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