Le 4 i per far ripartire l’Italia sono questi: investimenti, incentivi, imprese, immobili. Per rilanciare l’economia in un contesto internazionale che si è andato progressivamente deteriorando, il governo punta su quattro direttrici d’azione contenute nel DL Crescita approvato dal Consiglio dei Ministri. Quattro ‘i’ che riassumono un insieme organico di misure volte a sostenere da subito il sistema produttivo e ad invertire il trend negativo degli investimenti. Con uno stanziamento complessivo di circa 1,9 miliardi di euro nel triennio 2019-2021, di cui un miliardo di euro nel solo 2019 e 450 milioni annui nel biennio 2020-2021.
Sul fronte degli investimenti, l’obiettivo è rilanciare la spesa delle Amministrazioni Pubbliche, da un decennio in progressiva riduzione, da circa il 3% a meno del 2% del Pil, con gli investimenti fissi lordi che nel 2018 fanno segnare un ulteriore calo rispetto al 2017, scendendo a poco più di 37 miliardi di euro. Si prevedono interventi sulle procedure di realizzazione delle opere, volti a utilizzare le risorse già destinate, e lo stanziamento a favore dei Comuni di 500 milioni per piccoli investimenti di rapida esecuzione, finalizzati alla messa in sicurezza delle infrastrutture e degli edifici e all’efficienza energetica. Dal lato degli investimenti privati, nel 2019 arrivano 150 milioni per il Fondo di garanzia per lo sviluppo della media impresa e viene rifinanziato con 100 milioni di euro il Fondo di garanzia per la prima casa.
Il decreto reintroduce inoltre il superammortamento al 130% sui beni strumentali nuovi, aumenta la deducibilità dell'Imu per gli immobili delle imprese e semplifica la mini-IRES introdotta con la legge di bilancio 2019, puntando ad una progressiva riduzione dell'aliquota sugli utili reinvestiti fino al 20,5%. Viene predisposta la tutela dei marchi storici italiani, con l’istituzione di un apposito registro mentre viene inasprita l’azione di contrasto all’Italian Sounding, vietando l’utilizzo del marchio ‘made in Italy’ al di fuori dei casi previsti.
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